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Le macchine contasoldi e la loro storia secolare

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Quando si ha a che fare con consistenti quantitativi di denaro, l’esigenza di poter contare le banconote in modo rapido ma soprattutto preciso è una vera e propria priorità. Questa necessità però è tutt’altro che “moderna”: già a partire dagli inizi del Novecento nelle banche e nelle più redditizie attività commerciali era molto sentito il problema del conteggio del denaro, ed è per questo motivo che risale agli anni ’20 del secolo scorso l’invenzione negli USA della prima macchina contasoldi automatica della storia.Mazzetta di euro

Questo dispositivo venne utilizzato per la prima volta presso la Federal Reserve, dove i dipendenti poterono finalmente contare su un sistema preciso e in grado di ridurre notevolmente l’errore umano.

Si trattava di macchine per certi versi primitive, ma di gran lunga più efficaci rispetto al conteggio manuale: raggiunta una certa soglia di banconote, il dispositivo si arrestava di modo che il bancario potesse inserire un blocchetto di legno che tenesse separate le mazzette.

Per poter assistere alla nascita di macchine contasoldi più sofisticate bisognò attendere il secondo dopoguerra, quando in Giappone la Tokyo Calculating Machine Works mise a punto un modello che incontrò un’ampia diffusione globale in virtù della sua efficienza.

E si arriva infine ai dispositivi contasoldi moderni: macchine che non solo contano i biglietti, ma sono in grado di discriminarne il valore offrendo la stima esatta del loro ammontare anche nel caso in cui le banconote fossero mescolate fra loro. Senza dimenticare un’altra fondamentale caratteristica: i controlli di sicurezza che accertano la veridicità delle banconote, contribuendo così alla protezione degli incassi.

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