Informazione-web.com
Scrivere Notizie, Comunicati Stampa Articoli di qualità in Italia

I fondi pubblici danno voce all’informazione deviata

Posted on : |

La “controinformazione” della stampa filogovernativa colpisce ancora. Dopo la casa di Montecarlo, il caso Boffo, e altri scottanti reportage degni delle  migliori inchieste giornalistiche dai tempi della guerra del Vietnam, è il momento di un finto attentato che il Presidente della Camera Fini si sarebbe auto organizzato.

Secondo “Libero” il leader di Fli avrebbe preparato questa messinscena in occasione della sua visita istituzionale in Puglia, nella prossima primavera, con l’obiettivo di far ricadere la colpa su Berlusconi, reo di aver assoldato per 200mila euro un “manovale della criminalità locale”.

In realtà più che “controinformazione” qui ci troviamo di fronte ad  un ennesimo caso di “disinformazione”. Sviare l’attenzione dell’opinione pubblica dai problemi reali del paese con queste finte inchieste volte a mettere in cattiva luce il nemico del governo di turno è ormai una prassi ben consolidata di Belpietro, Feltri e non solo.

La vicenda casa di Montecarlo ne è un esempio eclatante: mesi e mesi di prime pagine sui giornali, per una storia che, senza entrare nel merito, non merita tutta l’attenzione che le è stata data, e il tempismo con cui è stata portata alla luce suscita numerosi interrogativi su quali fossero gli intenti reali di coloro che ne hanno dato risalto.

Abbiamo fatto gli esempi della stampa legata al governo ma spostandoci sull’altro versante non si può dire che le cose siano differenti. Fiumi di inchiostro sono stati versati da “La Repubblica”, “La Stampa” e simili, su Ruby Rubacuori, quando il paese sprofondava nelle alluvioni, nella disoccupazione e nei tagli ad ogni settore.
Tagli che però non hanno minimamente coinvolto l’editoria, che tranquillamente continua a percepire dallo stato fior fiori di quattrini che gli permettono di continuare a somministrarci coercitivamente notizie futili e fuorvianti, che atrofizzano le coscienze dei cittadini e gli impediscono di poter sviluppare un punto di vista veritiero sulla realtà politica e sociale. Quotidiani che si arrogano il diritto di poter screditare questo o quel personaggio politico in vista solo perché contrario agli interessi degli editori e del partito da loro sostenuto. Lo stesso partito che probabilmente ha fatto in modo che in parlamento venissero garantiti i fondi che li tengono in vita e ingrossano le tasche degli editori.

Il MUI sostiene a gran voce la sospensione di questa pratica. Il finanziamento pubblico ai quotidiani  è un fenomeno che è poco controllabile, nasconde manovre di potere occulte e impedisce la vera informazione ai cittadini. Un quotidiano, se autorevole e ben impostato, dovrebbe reggersi solo con le vendite e gli abbonamenti. Cominciamo a dare un minimo di credibilità al nostro paese, cominciamo dagli organi di informazione.

U. Cataluddi

Condividi con un click su: