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Intervista a Gabriella Guidi Gambino, autrice di “L’ultima passeggiata”

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In libreria  “L’ultima passeggiata”, ed.  Mursia di   GABRIELLA  GUIDI  GAMBINO scrittrice grazie ad un esito imprevedibile dell’esame di maturità. Sentiamo da lei la sua particolare storia.

Quando si è accorta che scrivere avrebbe fatto parte della sua vita?

Per un esito imprevedibile agli esami orali del liceo classico. Il giorno precedente, dopo il tema scritto dell’esame di maturità ho pianto di fronte alla catastrofe di un errore ortografico.Non era vero il mio tema risultò il migliore. E’ stata una spinta verso la scrittura.

Cosa rappresenta per lei questa forma di comunicazione?

Una forma istintiva di riflessione e di dialogo con gli altri e con me stessa, la libertà di esprimere le parole non dette e che non riesci a dire a voce. Forse un modo di fermare il tempo.

Chi è stata la prima persona a incoraggiarla?

Paradossalmente mio padre, in contrasto con la mia scelta di laurea. Lesse di nascosto il mio primo racconto e il mio primo articolo giornalistico.

Accetta consigli? E se sì da chi?

Certo, non sono mai consapevole del valore di un mio scritto. Chiedo sempre consigli alle persone competenti.

Chi legge per primo il suo manoscritto?

Chi mi sta più vicino, chi mi comprende.

Chi è e che cosa rappresenta il letterato nella società attuale?

Il letterato di oggi rappresenta la possibilità di uno sguardo creativo sulla complessa società contemporanea che gli consente di decifrare le insidie e di indicare una strada.Se la nostra civiltà è in caduta libera, la cultura letteraria e poetica è espressione irrinunciabile di una civiltà, è l’ossigeno dei sogni dell’uomo.

Quali sono state le sue prime letture?

Le storie piene di avventura e mistero, alcuni titoli della Salani, “I ragazzi della via Paal”, “Otto giorni in una soffitta”, “Per l’onore di Roccabruna” poi Gianburrasca. Più tardi, i classici russi,il grande Shakespeare di “Amleto” e i poeti del novecento.

Cosa pensa del panorama letterario italiano e straniero attuale?

Le librerie sono invase di scrittori italiani e  stranieri, il che sarebbe positivo, se ci fossero altrettanti lettori.Cerco tra gli autori giovani il capolavoro, ma sono curiosa delle nuove tendenze, aspetto un nuovo Buzzati, Calvino  o  Svevo. Mi piace Grossman, Marai, De Luca e altri.

Ci racconta una sua giornata tipo?

Ogni mattina sono di fronte a un’agenda o un computer, c’è sempre quel racconto rimasto a metà, un articolo o un progetto da scrivere, l’agenda rossa.Lavoro di pensieri e di immagini. Ma ho un idea strana del tempo, penso sia lungo invece è volatile per seguire le altre vite, incombenze domestiche e familiari, incontri.Quasi ogni pomeriggio ho l’impegno del Cantiere, l’iniziativa di cultura e solidarietà da me creata da molti anni. Si rivolge ai giovani in difficoltà, che non hanno voce, a studenti universitari, a comunità terapeutiche.Nei laboratori di espressione e comunicazione, guidati da professionisti, si lavora con l’arte, il restauro, la scrittura, il giornalismo, la telecamera, il teatro, sollecitando potenzialità sommerse, espressive e creative, fino ai “prodotti” finali.E’ un lavoro bellissimo, nonostante la fatica organizzativa, è un diario sociale di amicizia, sofferenze, solitudini, che ti fa vivere intensamente.  La sera, relax.Una cena con gli amici, un film, o le trasmissioni televisive.

Come trascorre il suo tempo libero?

Quando è possibile vado in campagna, in una casa vicino Roma. La natura mi attrae, mi ispira. Mi piace il tennis e la bicicletta.Vado in giro per mostre d’arte e incontri culturali. Coltivo l’amicizia e i rapporti interpersonali in cui credo molto. E naturalmente la famiglia.

Come riesce a conciliare vita privata e scrittura?

A volte non riesco, è una sfida al tempo, alla mia situazione interiore, poi a volte vita e scrittura si accordano e entrano in armonia. E’ il massimo.

Quali sono le sue passioni oltre alla scrittura?

La pittura, il disegno. la fotografia e il cinema d’ autore. Il contatto con il mare. Il viaggio come scoperta. L’interiorità dell’essere umano. Le note musicali

La sua è una carriera densa di successi in vari campi, non ultimo la televisione.Come giudica questo mezzo di comunicazione e quali sono i suoi programmi preferiti?

Uno strumento d’informazione per ciò che accade nel mondo, ma vedo un’ invasione di telefilm violenti, di pubblicità, di politica da salotto e spettacoli di intrattenimentodi basso livello, per portarci alla stupidità e all’ipnosi. A me piacciono gli sceneggiati con una buona regia e buoni attori, le inchieste di approfondimento culturale, i ritratti di personaggi.

Una debolezza: seguo le trasmissioni sui delitti attuali e le indagini in corso.

Il libro appena uscito “L’ultima passeggiata”, edito da Mursia, cosa vuole comunicare?

Il racconto del delitto in realtà alla fine si rivela un pretesto  per parlare d’altro, un altrove dove sorgono le domande più alte, quelle che scuotono la coscienza, il senso della vita e della morte.Alla fragilità umana risponde un desiderio d’amore. La funzione della scrittura in fondo è sciogliersi dal suo faticoso groviglio, come il gioco di un bambino, e volare libera oltre l’orizzonte.Questa storia davvero si presta a diventare un film.

A quando il prossimo?

Non saprei, idee ce ne sono, ci vuole il tempo giusto.

Grazie!

Gabriella Guidi Gambino vive e lavora a Roma. Ha pubblicato i romanzi Venuto da lontano (1979) e Ti scrivo per confessarti (1989), i racconti Alina e altre storie (2000), le raccolte poetiche Terra nuova (1986), Segreti silenzi (1993), L’ombra dei giorni (2002) e Dov’è il tuo canto (2007), la ricerca antologica Parole e Segni (1998). Ha collaborato con quotidiani e riviste, tra cui la «Fiera letteraria», «la rivista del Cinematografo» «il Gazzettino» e «il Tempo», in rubriche di attualità culturale. Ha realizzato servizi televisivi con testi e regie per la Rai. Ha ricevuto il Premio «Città di Roma» (1986) per la narrativa inedita, il Premio «Chianciano» (1987) per la poesia opera prima e il Premio «Fregene» per la poesia (1993).

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