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Berlusconi a Mattino 5: «Bene sentenza su legittimo impedimento». Su Mirafiori: «Sono con Marchionne»

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Si è mostrato sereno il presidente Berlusconi, intervenuto oggi a Mattino 5, nello spazio di Maurizio Belpietro. L’argomento principale è stato il legittimo impedimento e la correlata decisone della Consulta in merito.

La Consulta, infatti, proprio ieri ha bocciato alcuni punti della legge-scudo per il premier e i ministri, senza tuttavia cassare il provvedimento in toto. La Corte ha sancito che alcuni impegni del governo, come il Consiglio dei ministri, la conferenza Stato-Regioni o gli obblighi internazionali, costituiscono senza dubbio un legittimo impedimento a presentarsi in aula, ma per gli altri impegni saranno i giudici, di volta in volta, a stabilire se l’impedimento è giustificato.

Il Cavaliere, chiamato a pronunciarsi sulla sentenza, ha dichiarato: «Non mi aspettavo nulla di diverso. La sentenza ha comunque stabilito che il legittimo impedimento è giusto e necessario per chi svolge attività di governo». Il premier vede, dunque, il bicchiere mezzo pieno, con il solito ottimismo, che ama sbandierare come sua caratteristica peculiare. Berlusconi ha poi voluto ribadire che i processi a suo carico sono «assolutamente inventati, ridicoli, grotteschi». Per finire ha rassicurato i suoi elettori: «Il governo andrà avanti perché l’Italia ha bisogno di tutto, tranne che di elezioni anticipate». Sicuramente, su quest’ultimo punto, non gli si può dare torto.

Il premier poi si è espresso sul referendum di Mirafiori, sostenendo che ci sarà un’elevata percentuale di sì tra i lavoratori e ribadendo il suo pieno appoggio alla linea di Marchionne. È discutibile l’atteggiamento di un capo di governo che contempla la delocalizzazione delle imprese italiane come possibilità concreta in caso di mancato accordo. Un presidente del Consiglio, che ha basato la sua campagna elettorale sulla promessa di un milione di posti di lavoro, non può permettersi poi di plaudire alla chiusura delle fabbriche e al loro spostamento all’estero. Gli italiani comincino a giudicare con più senso critico le promesse della politica e poi i fatti che gli sono susseguiti; prima di riconfermare la fiducia elettorale ad una qualsiasi lista, occorrerebbe tenere bene a mente la disparità tra le promesse e le cose effettivamente realizzate.

P. Pigliapoco

Movimento Unione Italiano

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