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L’ecommerce del vino e le accise

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La vendita vino online è una delle alternative più utilizzate per incrementare i canali di distribuzione tradizionali. L’ecommerce favorisce enormemente l’avvio di un’attività.

Uno dei motivi del successo dell’ecommerce è la possibilità di avere un contatto diretto con i propri clienti, senza avere la necessità di disporre di un negozio tradizionale. Inoltre fondamentale è lo sviluppo di una buona strategia di marketing. Uno dei fattori più importanti, per il marketing è l’analisi del mercato. Studiare il consumatore, proporre un servizio personalizzato, gestire l’assistenza ai clienti ed offrire il proprio articolo ad un costo inferiore rispetto ad un negozio tradizionale, grazie alla riduzione di svariati  costi fissi.

Diversi sono inoltre i problemi che dovrà affrontare chi vuole avviare  un ecommerce, per vendere vino online e diverse sono le soluzioni, per superare le piccole insidie, che il mercato online presenta.

Quando si predispone un ecommerce potrebbero esserci innanzitutto dei piccoli problemi legati alle accise.

Infatti finché le vendite vengono effettuate nell’ambito nazionale tutto va bene, ma quando proviamo a voler vendere all’estero cominciano i problemi, di cui il principale è appunto costituito dalle accise.

  • Se siete un produttore e volete vendere all’estero ad un professionista, che dispone di partita iva sia tu che lui dovete avere un codice d’accisa, fornito dall’agenzia delle dogane.
  • Se site un produttore e volete vendere all’estero a un privato non potete farlo, perché un privato non dispone di un codice d’accisa.
  • Se siete un privato e venite a prendervi  la merce e ve la portate a casa, invece va tutto bene.

Se non rispettate le regole, rischiate una denuncia per contrabbando.

I governi degli stati membri dell’Unione Europea si devono rendere conto che internet è il presente e il futuro e che se non provvedono ad eliminare tutti questi vincoli, ci saranno dei danni incalcolabili, per tutte le aziende che anche se possono vendere, sono costrette a rinunciare.

Quindi molte aziende, siti e-commerce, ecc.. hanno richieste relative all’invio di prodotti di qualità all’estero sui quali, pagherebbero comunque le tasse procurando un beneficio per l’economia del paese, invece preferiscono rinunciare a causa delle difficoltà relative a questo tipo di attività.

Imporre tutti questi limiti serve solo a preservare privilegi che dovranno comunque, confrontarsi con il nuovo che avanza. Inoltre, i privati e le aziende si organizzano comunque diversamente (una dimostrazione di ciò ci viene fornita da ebay).

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