Informazione-web.com
Scrivere Notizie, Comunicati Stampa Articoli di qualità in Italia

L’oro del futuro

Posted on : |

“Se il Medio Oriente ha il petrolio, la Cina ha le terre rare“, diceva Deng Xiaoping trent’anni fa, oggi questo è decisamente un dato di fatto. Le terre rare stanno infatti diventando una potentissima arma economica, politica e commerciale a vantaggio della Cina che detiene il 97% della produzione mondiale. Il termine raggruppa 17 elementi della tavola periodica con particolari caratteristiche fisiche e magnetiche fondamentali per l’elettronica, ma non solo, e che, nell’ultimo decennio, hanno fatto aumentare la richiesta tanto da renderli minerali strategici.

La notorietà di questi elementi dipende dal vasto campo di utilizzo: dalla metallurgia all’ottica di precisione, dall’industria petrolchimica a quella farmaceutica. Senza dimenticare l’importante ruolo che rivestono nell’illuminotecnica, nelle telecomunicazioni, nella realizzazione di fibre ottiche e di guide d’onda. Nel campo elettronico vengono utilizzate come componenti di microprocessori, di unità a disco, di schermi televisivi e di microfoni ed altoparlanti miniaturizzati. Negli ultimi anni si è poi assistito allo sviluppo della auto ibride dove l’utilizzo delle terre rare è talmente fondamentale che i colossi Honda e Toyota sono seriamente preoccupati di un possibile monopolio cinese. Senza lantanio e neodimio, infatti, i loro modelli di auto ibrida Prius e Insight sarebbero facilmente sorpassati da vetture cinesi. Gia nel 2009 il New York Times anticipava le intenzioni del governo di Pechino di intensificare gli investimenti proprio nel settore delle auto ibride, in vista della crescente richiesta di riduzione delle emissioni.  Questo spiega la forte rilevanza politico-economica di cui negli anni le terre rare sono state protagoniste.

Il problema è che questi elementi, pur essendo molto comuni sulla crosta terrestre, difficilmente si trovano concentrati in quantità tali da rendere vantaggiosa l’apertura di una miniera. Inoltre, a causa delle caratteristiche atomiche, alcuni di essi tendono a raggrupparsi in concentrazioni con il torio, elemento radioattivo che ne rende costosa l’estrazione. Dopo la Cina, che comunque detiene un primato non paragonabile ai giacimenti di nessun altro paese, viene estratta in Brasile, Sud Africa, Stati Uniti ed India. Alcuni Paesi, come per esempio il Giappone, dove questi elementi non sono presenti, si sta cominciando ad investire nel riciclo dei RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche). Proprio ieri Pechino ha fatto sapere che le esportazioni per il 2011 saranno ridotte dell’11.4%, 14.446 tonnellate contro le 16.304 dell’anno precedente. Ma non si tratta del primo stop imposto dal Governo Cinese. Già la scorsa estate si era lungamente discusso della questione dopo la notizia di luglio in cui il ministro del Commercio faceva sapere che le esportazioni, tra agosto e dicembre, non avrebbero superato le 8000 tonnellate.

Preoccupate Stati Uniti ed Europa, le terre rare stanno diventando preziose al pari dell’oro e del petrolio ed il pericolo è che i paesi che detengono i principali depositi potrebbero monopolizzarne le esportazioni. A questo proposito su Repubblica si legge un’interessante intervista a Marc Humphries, analista di politiche energetiche per il Congressional Research Service degli Stati Uniti: “La domanda mondiale sta crescendo, tanto che l’anno scorso la richiesta è stata di 134.000 tonnellate contro le 124.000 esportate dai vari Paesi produttori, la differenza è stata riempita dando fondo alle riserve che ogni Paese aveva in casa propria. Le previsioni per il 2012 sono di una richiesta di 180.000 tonnellate di terre rare ma, stando così le cose, a questa cifra non si riuscirà certamente ad arrivare e dunque questo sta creando panico in molte industrie che ne fanno uso”.
Sebbene negli anni il governo cinese abbia ridotto drasticamente le esportazioni, il ministro del Commercio Wen Jiabao, continua a ribadire che un rallentamento delle vendite non significa un blocco. La posizione di Pechino emerge tuttavia con estrema chiarezza anche sul sito del Quotidiano del Popolo (www.people.com.cn): le richieste occidentali di minerali a basso prezzo sono giudicate “irragionevoli ed ipocrite”. Si afferma il diritto della Cina di decidere quanto esportare le proprie risorse e viene di fatto giustificata una posizione di forza per le industrie locali nell’utilizzo delle materie prime.

La questione ha una forte rilevanza a livello globale ma l’attuale dirigenza politica sembra non essersene ancora accorta. E mentre si continua a disquisire se realizzare o meno termovalorizzatori, nessuno parla né di centri di riciclo né tanto meno di Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, noti anche come RAEE. Eppure il corretto smaltimento dei rifiuti rappresenterebbe una ricchezza importate per il nostro Paese e garantirebbe una risorsa che, come dimostrano i fatti, sta diventando fondamentale per le economie di tutto il mondo. Sarebbe allora il caso, almeno per una volta, di cominciare a supportare progetti lungimiranti e che in un futuro, nemmeno troppo lontano, faranno la fortuna di chi avrà saputo guardare avanti.

MG Gargani

Condividi con un click su: