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Parla Daniela Compagnoni, mamma di Alessio Burtone: non voleva uccidere Maricica, spero in un processo giusto

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La storia che abbiamo deciso di raccontarvi è una storia costellata di errori, alcuni gravi, altri imperdonabili, altri ancora persino fatali.

La storia di Alessio e Maricica si consuma in pochi minuti, come quelle storie brutte che si fatica a credere che possano essere vere. Quello che abbiamo deciso di raccontarvi è quello che abbiamo visto in un filmato che hanno visto tutti ed è proprio a questo punto che cominciano gli errori.

Un ragazzo di vent’anni fa la fila nella tabaccheria della stazione Anagnina di Roma. Un’infermiera di nazionalità romena non rispetta il turno e si sente redarguire: «Ma al vostro paese non si rispetta la fila?». La risposta di Maricica è verbalmente violenta, il ragazzo prende le sue sigarette e se ne va, non sapendo che il diverbio sarebbe continuato fuori da quel negozio e ben oltre la sua stessa immaginazione. Maricica lo segue, lo insulta, Alessio le risponde ma senza la possibilità di porre fine a quell’alterco. L’infermiera si fa più insistente, tallona da presso il ragazzo, gli sputa e arriva quasi a schiaffeggiarlo. Alessio perde la testa, si gira di scatto e allontana Maricica con una manata al volto (l’autopsia, realizzata alla presenza di tutte le parti e che pubblichiamo in allegato, certifica che non si è trattato di un pugno). L’infermiera cade e sbatte la testa. Alessio si allontana ma un sottoufficiale della Marina lo bracca dopo pochi metri e lo riconduce sul luogo della colluttazione dove, nel frattempo, si è formato un capannello di persone intorno alla donna a terra. Maricica sarà condotta al pronto soccorso del Policlinico Casilino dove sarà operata con successo ma dove troverà la morte dopo una settimana di coma. Nella tragica rassegna di errori di cui è piena questa storia, non si può non partire da quello fatale, stigmatizzabile, condannabile senza riserve: la reazione di Alessio. Non l’unico, purtroppo, perché anche Maricica sbaglia. Sbaglia nel reiterare i suoi insulti, sbaglia nel provocare verbalmente il ragazzo, sbaglia nel minacciarlo fisicamente. Da qui in poi, la lunga serie di errori che segue, può essere attribuita a tutti coloro i quali hanno parlato di questa storia cercando di strumentalizzarla.

La tragica fine di Maricica non scaturisce da un conflitto razziale e discriminatorio così come Alessio non è un pugile professionista con istinti omicidi; e poi non si rimedia ad un errore fatale con la giustizia sommaria, né serve un carnefice dannato ed una vittima immacolata per raccontare una storia piena di errori. In casi come questi serve solo giustizia ed è quella che chiede Daniela Compagnoni, mamma di Alessio. Una giustizia che tenga conto dei fatti, una giustizia che condanni un gesto scriteriato senza voler essere esemplare per forza di cose. Serve giustizia mentre si può fare a meno di altro errore.

Continuate a leggerlo: http://www.lenovae.it/parla-daniela-compagnoni-mamma-di-alessio-burtone-non-voleva-uccidere-maricica-spero-in-un-processo-giusto/

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One Comment on “Parla Daniela Compagnoni, mamma di Alessio Burtone: non voleva uccidere Maricica, spero in un processo giusto

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  • complimenti per la fantasia della vostra ricostruzione, la verità è molto più semplice e cioè che ci troviamo di fronte semplicemente ad un assassino che ha brutalmente ucciso un essere umano, per giunta una donna