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Fiom e Cgil d’accordo sul no per Mirafiori

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È durato circa sei ore l’incontro di ieri tra Susanna Camusso e Maurizio Landini. Il segretario generale della Cgil e quello della federazione dei metalmeccanici si sono riuniti per trovare un’intesa in merito al referendum che attende i lavoratori di Mirafiori venerdì prossimo.

All’uscita dalla sede della Cgil, in corso d’Italia, i due leader hanno ribadito che non c’è stato nessun muro contro muro tra di loro, solo una discussione, che comunque porterà a decidere assieme. Landini ha dichiarato che non può esserci nessuna spaccatura tra Fiom e Cgil, perché entrambi sono consci del fatto che gli accordi proposti dalla Fiat sono inaccettabili, perché pongono i lavoratori sotto ricatto. La vertenza è ancora aperta, dunque. La Cgil sarà al fianco della Fiom il 28 gennaio, quando si svolgerà lo sciopero generale; la confederazione sarà anche in piazza a Bologna il 27. È stata, quindi, archiviata l’ipotesi di una firma tecnica. Susanna Camusso ha poi detto ai giornalisti: «I lavoratori devono avere un sindacato e devono poter eleggere i loro rappresentanti».

Intanto a Torino, su alcuni manifesti, sono comparse scritte contro Marchionne, accompagnate dalla stella  a cinque punte. Condanna unanime è giunta da tutto il mondo politico e dai segretari di Cgil e Fiom, che hanno ribadito «la netta condanna di ogni forma di violenza e di ogni forma di battaglia politica antidemocratica». Grande preoccupazione, dunque, per questi segnali inquietanti, che la Digos, che comunque non abbassa la guardia, ha cercato di minimizzare.

Suggestioni che non avremmo voluto rivivere quelle di Torino, che ci riconducono ad anni orribili per il Paese e per decine e decine di famiglie, colpite da forme di inaudita violenza. A volte la frustrazione, il sentirsi inascoltati, l’impossibilità di far valere le proprie ragioni e di poter contrattare sullo stesso piano, provocano reazioni violente e irrazionali, mai giustificabili, ma purtroppo possibili: il nostro augurio è che si torni tutti a dialogare, ad evitare lo scontro ed il muro contro muro, per trovare soluzioni che facciano bene non solo all’economia italiana, ma soprattutto ai cittadini italiani. La nostra economia non si riprenderà mai davvero se gli italiani non risolleveranno il loro potere d’acquisto.

P. Pigliapoco

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