Decalogo per il trattamento dello stagista

Non deve sostituire il personale dipendente a tempo pieno e la durata dell’impiego non può essere superiore a nove mesi

Si tratta di una vera e propria “Dichiarazione dello stagista”: è stata diffusa dalla Cgil e consiste in dieci, precise regole per dire basta agli stage truffa. Questo il decalogo messo a punto dalla Confederazione generale italiana del lavoro con la nuova campagna dei giovani “Non+”.

1. Stage e tirocinio non sono forme di lavoro: sono fondati su un progetto formativo.
2. Gli stagisti devono essere inseriti o aver da poco concluso percorsi formativi.
3. Lo stagista ha diritto al tutorato.
4. Lo stagista non può sostituire personale dipendente.
5. È consentito un limite massimo di stagisti in proporzione al personale (1 per le aziende sotto i 15 dipendenti; 2 tra i 15 e i 50; massimo il 10% per quelle sopra i 50).
6. La durata di uno stage è commisurata al progetto formativo e non va oltre 6 mesi (massimo 9 mesi per casi specifici).
7. Lo stage non può essere prorogato.
8. Lo stagista deve esser messo nelle condizioni di formarsi.
9. Allo stagista devono essere riconosciuti pari diritti rispetto ai dipendenti (dai buoni pasto all’assicurazione).
10. Lo stagista ha diritto ad un congruo rimborso spese: con una borsa di studio di almeno 400 euro, anchemediante il concorso economico delle istituzioni pubbliche.

L’iniziativa della Cgil nasce dalla constatazione che in moltissimi casi sia stage sia praticantato vengono utilizzati come lavoro gratuito o a basso costo per sostituire il ben più costoso personale dipendente.
Questa forma di contratto è impiegato soprattutto da catene di abbigliamento, bar, ristoranti conmansioni di ogni tipo, orari prestabiliti, per periodi molto lunghi. Spesso per i picchi di lavoro costituiti dai periodi natalizi o dai saldi. Quando, invece, gli stagisti sono ricercati per lavori più qualificati si pretende un’esperienza di lavoro e competenze elevate.