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Qualificazione professionale, formazione continua e flessibilità

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formazionecontinuaIl posto fisso non esiste più: è a partire da questa consapevolezza che si sviluppano tutte le azioni per la formazione dei lavoratori, sia di quelli già occupati che di quelli disoccupati, inoccupati o che rischiano il posto di lavoro. La formazione continua è infatti un potente aiuto contro l’obsolescenza delle competenze dei lavoratori, ed è altresì uno strumento in mano alle aziende per gestire al meglio i propri dipendenti e ottimizzare la distribuzione delle mansioni.

Ma cosa c’entra la formazione continua con le nostre considerazioni sul posto fisso? La formazione continua, rivolgendosi ai soggetti lungo tutto l’arco di vita lavorativa, ha lo scopo di aggiornare le competenze e di riqualificare i lavoratori in caso di difficoltà dell’azienda o licenziamento. Mentre in passato l’ingresso in un posto di lavoro significava per il lavoratore sistemarsi per tutta la vita, ora le cose possono cambiare nel corso del tempo. Le trasformazioni sono molto più rapide e si susseguono a ritmi incredibili: sta ai lavoratori restare aggiornati per essere sempre competitivi nel mondo del lavoro, ma anche imboccare strade nuove in caso di crisi e difficoltà.

In particolare, se un’azienda mette in mobilità o in Cassa integrazione i suoi dipendenti, i dipendenti possono prendere in considerazione l’idea di percorsi formativi alternativi che consentano di cambiare professione.

Ma anche se le prospettive non sono così nere, i dipendenti di un’azienda possono approfittare della formazione continua per ampliare le proprie competenze, specializzarsi, cambiare mansione all’interno della società per cui lavorano. Oggi più che mai il lavoro deve essere vissuto come un “processo”, un traguardo da costruire e raggiungere giorno per giorno con impegno e dedizione. La formazione continua è un mezzo per raggiungere tale fine. Ma in quali forme è possibile usufruire dei percorsi di formazione continua?

  1. Secondo quanto stabilito dalle Legge n. 236 del 1993, che finanzia attività formative destinate a operatori degli Enti di formazione, lavoratori che beneficiano tramite le aziende di interventi straordinari di integrazione salariale, dipendenti di aziende che contribuiscono almeno al 20%del costo delle attività, disoccupati iscritti alle listedi disoccupazione e che hanno partecipato ad attività socialmente utili;
  2. Voucher formativi personali, che si ottengono su presentazione di un piano formativo individuale;
  3. Voucher formativi aziendali, che vengono rimborsati al datore di lavoro;
  4. Fondi interprofessionali per la formazione continua, come quelli a cui partecipa lo ial.
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Category : Economia
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