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Grafologia: caratteristiche psicologiche importanti per la selezione

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L’interpretazione profonda di una personalità è un must per scegliere senza sbagliare il dirigente adatto al lavoro

Anche il colloquio per essere assunto sta cambiando, e rapidamente. I trend degli uffici del personale per la selezione dei candidati sono soggetti al mutare travolgente dell’economia, dei mercati, degli orientamenti delle aziende che devono assumere.

L’“ultimamoda” – se si può usare questo termine che sembra leggero e non lo è –, un veromust, è la psicologia e uno degli strumenti di interpretazione di una personalità è diventata la grafologia, cioè la scienza che, attraverso la calligrafia, coglie aspetti profondi della persona.

Anche solo venti o trent’anni fa i selezionatori erano attaccati al curriculum e non lo abbandonavano mai, anche se il candidato, a vederlo e a parlarci, mandava segnali negativi come l’indecisione, la confusione, lacune culturali incomprensibili.

Oggi è tutto cambiato, e profondamente.
I direttori del personale olandesi e francesi, soprattutto, si servono della grafologia per scardinare le difese del candidato che finge di essere la persona adatta all’assunzione e non lo è. Non è una scienza esatta? Innanzitutto non è del tutto vero ma poi basta guardarsi le lettere di Giacomo Leopardi, gli ordini autografi di Napoleone Bonaparte, quelli di
Camillo Benso conte di Cavour o di Giuseppe Garibaldi per capire che la scrittura dice molte cose sulla vera personalità del candidato.

A premere in questa direzione, più che le aziende, sono le società che organizzano sistematicamente i testi di selezione.
Loro assicurano che la grafologia è una scienza quasi esatta (non viene usata anche per interpretare le personalità degli accusati di gravi delitti?) e che, comunque, non è che uno degli strumenti che devono essere usati nella selezione nell’ambito nell’impostazione psicologica.

Quanti di noi, del resto, nella vita di lavoro vediamo persone dopo venti o trent’anni sono sempre più a disagio in un’occupazione che non è mai stata per loro. Dirigenti indecisi, giornalisti senza idee o incapaci nella scrittura, medici che odiano i malati, commercianti che non vogliono gente in negozio, avvocati che non sanno parlare sono esempi di errori nella scelta delle persone che le aziende di oggi non possono più permettersi o – almeno – che le aziende non dovrebbero più permettersi.

Che lo strumento principale sia lo studio della calligrafia del candidato o un approfondimento del suo carattere non importa.
I titoli non bastano. Per certe professioni bisogna esserci nati e il mestiere dei selezionatori è proprio quello di scoprire chi è nato per un certo ruolo.

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