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Tanti modi per augurare buon anno con un brindisi differente

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Chi l’ha detto che il Cin Cin è l’unico modo per accogliere il nuovo anno? Certo, in Italia è una tradizione ben consolidata e la pronuncia delle due parole è preceduta da un rigoroso rituale: ci si guarda negli occhi, si mettono al bando i bicchieri di plastica e talvolta si appoggia il calice sul tavolo prima del sorso.

Ma poi basta percorrere qualche migliaio di chilometri verso ovest per scoprire che nella vicina Spagna ci sono altre consuetudini: lo spumante si beve tutto d’un fiato e i bicchieri si toccano per tre volte.

In Irlanda, poi, gli invitati si tengono per mano e cantano in coro la tradizionale “Auld Lang Syne”, conosciuta in Italia come il “Valzer delle candele”. Anche in Olanda è in vigore la regola di guardarsi negli occhi, ma con una sanzione nel caso di innocente distrazione: un anno di sfortuna sotto le lenzuola.

In Danimarca il brindisi di Capodanno è l’occasione per stringersi assieme e urlare a gran voce la parola “Skål”.

In Russia non si fanno certo pregare per mandar giù un sorso di champagne. Ma se vi trovate da quelle parti, non meravigliatevi se tutti reggono il bicchiere con la mano sinistra e si abbandonano a interminabili discorsi dopo la bevuta.

E i giapponesi? Celebrano il Toshigami, la divinità dell’anno nuovo, dedicandosi alle pulizie domestiche.

Quale bottiglia stappare allo scoccare della mezzanotte? Per prima cosa, meglio scegliereun Doc (Denominazione di origine controllata), un Docg (Denominazione di origine controllata e garantita) o un Vqprd (Vini di qualità prodotti in regioni determinate). Stare attenti al prezzo: la fermentazione con metodo classico anziché con quello charmat viene eseguita anche in bottiglia, per cui i costi sono più alti. Verificare l’indicazione dell’annata e la mancata aggiunta di sciroppi (pas dosé). Accertarsi infi ne che sia stato prodotto a fermentazione naturale, cioè senza aggiunta di gas.

Che la tradizione di brindare al nuovo anno non sia un’abitudine tutta nostrana è dimostrato dall’origine dell’espressione Cin Cin. Questa musicale combinazione di sei lettere ha origini cinesi.
Non è altro che l’importazione delle parole “ch’ing ch’ing” che, vocabolario alla mano, signifi cano prego prego.

FLÛTE, CALICE O COPPA? COME SCEGLIERE IL BICCHIERE

Non è solo una questione di stile. La scelta del bicchiere per il brindisi fa la differenza nella capacità di esaltare le caratteristiche del vino. Per champagne o spumante secchi e ben frizzanti, è consigliato il fl ûte con il gambo sottile e la forma allungata. È infatti in grado di favorire l’effervescenza delle bollicine ovvero di concentrare aromi e odori. Il tradizionale calice è congeniale per champagne millesimati e spumanti d’annata purché sia riempito fi no al punto in cui la pancia è più larga. La coppa è consigliata per spumanti dolci: le bollicine salgono in superfi cie, disperdono il frizzante e diluiscono gli aromi. Come impugnarli? La regola è unica. In tutti i casi vanno tenuti per lo stelo. La ragione è semplice: l’alcolico all’interno non si scalda e l’odore rimane intatto.

L’aperitivo giusto per iniziare la festa

In fi n dei conti non si brinda solo allo scoccare della mezzanotte. Nel corso del cenone di Capodanno capita più volte di alzare bicchieri e calici al cielo. Anche durante quegli aperitivi in famiglia e fra
buoni amici, in casa o in un locale pubblico, sempre più invitanti e irrinunciabili.
Semplici o luculliani che siano, se accompagnati da un buon drink, rappresentano un modo piacevole e benaugurante per iniziare la serata e stuzzicare l’appetito prima della tradizionale maratona gastronomica.

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