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Dopo le manifestazioni Roma fa la conta dei danni

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Proprio come succede in guerra, dopo la battaglia si fa la conta dei caduti e dei danni. Lo stesso accade oggi a Roma. Ieri la giornata di caos ha gettato i commercianti del centro storico della capitale nella disperazione. A soli 10 giorni dal Natale hanno perso l’80% dell’incasso giornaliero, senza considerare le giornate lavorative pagate senza effettivamente poter lavorare.

Le  serrande abbassate avevano il sapore amaro delle calde giornate degli anni ’70.  Oggi il sindaco Alemanno incontrerà i commercianti per quantificare i danni. Il totale caos, gli scontri ed i sit in organizzati praticamente ovunque nella città hanno paralizzato il traffico della capitale e anche il trasporto pubblico è stato duramente messo alla prova. Oltre 5000 corse saltate e 100 percorsi deviati e, questa mattina, l’Ama fa sapere di aver subito danni per oltre 450 mila euro. I danni quantificati ammontano ad oltre 20 milioni di euro.

Il bilancio dei feriti è altrettanto grave:  110 in totale di cui 50 manifestanti e 60 agenti. Bilancio pesantissimo che ha portato ai duri commenti di Zingaretti e Polverini, che hanno definito gli scontri inaccettabili e pilotati da azioni squadriste.
Roma vive così la giornata del BDay: bancomat e vetrine assaltati, auto date alle fiamme, vernice sui muri e opere d’arte rovinate. Tutto è cominciato verso le 12.30 in Piazza Venezia, con qualche prima scaramuccia che presagiva quello che sarebbe accaduto poco dopo.

Verso le 13.20, quando il corteo arriva all’altezza di corso Risorgimento, a pochi metri dal Senato, cominciano a diffondersi nella folla carrelli per la distribuzione di palloncini contenenti un liquido azzurro. Inizia così il lancio contro la polizia. Pochi minuti dopo si diffonde l’errata notizia che Berlusconi ha perso la fiducia e la folla esulta. Ma è proprio quando arriva la smentita e la notizia della conferma della fiducia che scatta la protesta violentissima. Un finanziere, accerchiato dalla folla ha rischiato di vedersi sottratta l’arma di ordinanza.

Maroni è tuttavia soddisfatto per l’operato delle forze dell’ordine e afferma: “Gestione equilibrata delle piazze”.
Che siano stati gruppi ristretti a mettere a soqquadro la città è possibile ma è altrettanto evidente che finché odio e violenza saranno istigate proprio dall’interno del Parlamento, non c’è da sconvolgersi se folle di studenti e protestanti si sentano autorizzati da un indecente spirito di emulazione.

MG Gargani

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