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Governo: la sfiducia comincia in piazza

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Il “giorno più lungo” della capitale è iniziato. In occasione del voto che deciderà la sorte di questo governo, la città si prepara ad essere invasa da migliaia di manifestanti, pronti a mettere a ferro e fuoco il centro storico.

In prima linea ci saranno gli studenti, intenzionati a dare la giusta continuità alla loro protesta nei confronti della riforma Gelmini, ma non saranno soli. Hanno annunciato la loro presenza anche i terremotati dell’Aquila, i metalmeccanici e i precari.

I cortei partiranno da piazzale Aldo Moro, di fronte all’Università La Sapienza e convergeranno verso Montecitorio, dove ad attenderli troveranno uno spiegamento di forze dell’ordine in assetto da guerra. Saranno circa 1500 gli uomini impiegati dalla questura di Roma, chiamati per placare la foga di coloro che chiedono la sfiducia al governo.

A farne le spese, ancora una volta, saranno i cittadini romani; è prevista una completa paralisi per quanto riguarda centro storico e zone limitrofe, con i mezzi pubblici a rappresentare l’unica possibilità di spostamento. Una manifestazione congiunta di queste dimensioni non trova riscontri nell’Italia degli ultimi anni. Il fatto che la protesta avvenga nel giorno più importante per le sorti politiche del nostro paese, è un messaggio chiaro all’attuale classe dirigente: i manifestanti sfiduciano il governo.

U. Cataluddi

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