Informazione-web.com
Scrivere Notizie, Comunicati Stampa Articoli di qualità in Italia

Niente italiano per il brevetto unico europeo

Posted on : |

Passano inascoltate le proteste italiane per il brevetto unico europeo che prevede trascrizioni solo in lingua inglese, francese e tedesco. Ma l’Italia non ci sta, il ministro per le politiche comunitarie, Andrea Ronchi, ribadisce con forza di essere pronto a porre il veto. “A costo di essere soli diremo no ad un’Europa che non vuole la competitività, che discrimina l’impresa italiana escludendo l’italiano dalle lingue ufficiali” afferma il ministro.

Il brevetto europeo andrebbe a sostituire quelli attuali nazionali e sarebbe riconosciuto in tutta la comunità europea. Questo cambiamento permetterebbe di ridurre i costi per chi vuole registrare la propria invenzione proteggendone la proprietà per la durata di 20 anni. Verrebbero quindi eliminati gli onerosi costi di traduzione  e di convalida e, la spesa che attualmente si aggira intorno ai 20.000 euro, verrebbe ridotta a 6.200.

Secondo la Comunità Europea la scelta sembrerebbe quindi dettata per incoraggiare l’attività di ricerca e sviluppo  e per abbattere qui costi che talvolta impediscono agli inventori di registrare il brevetto.
“Affinché l’Europa possa essere competitiva a livello mondiale è necessario promuovere l’innovazione. Oggi questo non avviene perché ottenere un brevetto è troppo complicato e costoso. Un brevetto UE valido in tutti gli Stati membri sarebbe di fondamentale importanza per promuovere l’attività di ricerca e sviluppo e trainare la futura crescita. La proposta odierna rappresenta una buona notizia per l’innovazione in tutta Europa, in particolare per le piccole imprese. Spero che gli Stati membri agiscano rapidamente per fare in modo che il brevetto UE possa diventare una realtà”, questo il parere di Michel Barnier, commissario per il Mercato interno e i servizi.

Decisamente contrario il parere italiano. Già lo scorso luglio infatti il ministro Ronchi aveva affermato che “questa posizione è inaccettabile, l’Italia non è disposta ad avvallare un regime fortemente discriminatorio e penalizzante per le sue imprese”.

L’Italia corre così il rischio di essere lasciata indietro visto che già 14 paesi si sono detti disponibili a proseguire nonostante il veto italiano e in questo modo il nostro paese sarebbe di fatto tagliato fuori  dal mercato Ue. Si tratta comunque di una questione che si discute ormai da decenni. Proprio per questo Bruxelles vuole stringere ed arrivare ad una conclusione. Il presidente della Commissione Josè Manuel Barroso cerca di ammonire i contrari dicendo: “Non si tratta di fare un concorso di bellezza tra la lingua più bella ma di trovare la soluzione più efficiente che tagli i costi del brevetto in Europa”.

Condividi con un click su: