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Salviamo il gigante di Palermo

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È il Ficus Magnolioides della Villa Garibaldi di Palermo,  ritenuto l’albero più grande d’Europa, piantato nel 1863, e che con i suoi 25 metri di altezza è diventato il simbolo del capoluogo siciliano.
Oggi la sua salute è in pericolo perché assalito da muffe e parassiti che ne stanno minando la bellezza. In pericolo non è la vita della preziosa pianta, quanto l’incolumità dei passanti. Il rischio è che i pesantissimi rami potrebbero cadere, proprio per questo motivo l’albero è stato recintato proprio per evitare il verificarsi di incidenti.

Il Comune aveva ovviato alla situazione optando per la potatura (sconsiderata) degli enormi rami fino all’arrivo della Soprintendenza regionale ai beni culturali ed ambientali, che insieme ad un foltissimo gruppo di esperti, ha bloccato le motoseghe dando vita ad un progetto di recupero altamente innovativo.
Si attende a giorni l’arrivo di uno scanner da Firenze, direttamente dalla sede della Società di erbicultura, che consentirà di realizzare un’immagine 3D della pianta consentendo in questo modo di individuare le zone più deboli dell’albero e permettendo di individuare la strategia d’intervento.

A soccorrere il prezioso albero sono intervenuti inoltri numerosi botanici, erbicultori, patologi delle piante e addirittura tree climbers, che consentiranno di raggiungere i rami più remoti della pianta.

“Tecnicamente è stato un errore piantarlo qui ma allora non si poteva avere l’idea di che cosa potesse diventare. Adesso il ficus è come un’opera d’arte”, afferma Giuseppe Barbera, direttore del dipartimento di Colture arboree dell’Università di Palermo.

L’intervento va pianificato con un certo criterio. La pianta non ha bisogno di ricostituenti che la farebbero crescere a dismisura, mettendo a rischio anche le abitazioni limitrofe. Anche una potatura sconsiderata farebbe si che la pianta ricresca più di prima. Contemporaneamente va salvaguardata la bellezza e l’importanza culturale di un patrimonio di tale valore.

MG Gargani

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