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Sanità: gli sprechi che impediscono la svolta

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Si continua a dire che la coperta è corta e che i soldi sono pochi. Per non parlare poi della questione sanità del Lazio. Lì ci sono talmente tanti debiti che ancora oggi sono difficilmente quantificabili; e allora si taglia tutto, utile e superfluo. Però, proprio mentre ci si accinge a chiudere strutture obsolete perché troppo costose, mentre vengono diminuiti – in maniera un po’ indiscriminata – i posti letto, generando il caos in ospedali e pronto soccorsi, la Giunta Polverini nomina altre quattro commissioni regionali che vanno ad aggiungersi alle 16 già esistenti.

Tanto per rimanere in tema di sprechi c’è poi la nuova questione dei cosiddetti camici rossi, quei medici che fanno parte di cooperative private, vincitrici delle gare d’appalto che, integrate al personale medico dell’ospedale, dovrebbero fornire supporto e supplire alla carenza di specialisti. L’esperimento – e ci si auspica rimanga tale – è già partito in Veneto e, prossimamente, arriverà anche nel Lazio nella Asl Roma A. Ma non dovevamo risparmiare e contemporaneamente migliorare l’integrazione dei servizi Socio-Sanitari? La situazione è paradossale. Si lamenta la carenza di personale medico quando è pieno di dottori in cerca di occupazione. Si mira ad ottimizzare la spesa e, invece di creare posti di lavoro stabili, si crea una nuova forma di precariato che difficilmente potrà integrarsi al personale medico che quotidianamente lavora nelle strutture sanitarie. Per Massimo Cozza, segretario nazionale Fp Cgil medici “C’è un problema di qualità dell’assistenza che difficilmente può essere garantita da medici che saltuariamente lavorano nel pronto soccorso senza integrazione con gli specialisti ospedalieri e con una formazione da verificare. Così facendo si scardina l’equità dei compensi con la possibilità di pagare meno e senza tutele, un medico privato che svolge un turno che avrebbe potuto svolgere un ospedaliero”.

Vero è che prima di vedere dei miglioramenti consistenti nella delicata situazione del Lazio, dovranno passare diversi anni. Solo allora sarà possibile giudicare l’operato della presidente Polverini, ma è altrettanto vero che “chi ben comincia è a metà dell’opera” e non è davvero questo il caso.

MG Gargani

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