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Bersani vs Renzi: la democrazia a spasso con Pericle e Fiorito

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Mercoledì 28 novembre 2012 Ore 21.10 rai 1 speciale primarie Pd. I due candidati alla leadership del centrosinistra si danno appuntamento sul canale della rete nazionale per sfidarsi in diretta per il ballottaggio di domenica prossima.

“Come è giusto che sia”sostiene Monica Maggioni, incaricata di calmierare il confronto.
Sciolto e sereno Matteo Renzi, teso e serio Pier Luigi Bersani. La conduttrice, notificate regole e tempi agli avversari e al pubblico, parte con la prima domanda a Renzi, come da sorteggio. Si prosegue il dibattito ad interventi alternati (3’): domande concordate, domande dai reciproci staff elettorali, domande dagli internauti, intervento finale. 5 possibilità di replica ciascuno (30”).
Propositivo e moderno il linguaggio usato da Renzi: una comunicazione immediata, chiara, concreta e accattivante. Bersani abusa di una retorica fatta di fronzoli e belletti: un lessico non essenziale e poco pragmatico spesso ambiguo.

La mimica corporale accresce le discrepanze tra gli sfidanti. Bersani in giacca e cravatta, l’uomo affidabile e maturo, non guarda mai in faccia Renzi. Per converso quest’ultimo, in manica di camicia all’Obama, ascolta e ammicca alle battute e alle metafore di Bersani, risponde e tratta le tematiche del suo programma rivolto all’avversario sorridendo.
Diversità culturali e diverso background. Netto il contrasto su: alleanze, tasse, evasione, Medioriente, costi della politica, pensioni e conflitto di interessi. Qualche scintilla sul finale ma anche tanti punti in comune su cui emerge il sogno di consegnare ai figli gli Stati Uniti d’Europa.

Ieri gli appelli, una stretta di mano, un abbraccio chiudono la disputa tv tra Bersani, il segretario, e Renzi, il sindaco. Oggi si potenziano i voti per la sfida vera: chi riuscirà a strappare il consenso agli elettori e vincere?

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