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Manifestazioni del settore turistico in Egitto

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Non tutti i turisti sono partiti dall’Egitto. Alcuni sono rimasti, e partecipano alle rivendicazioni delle guide turistiche egiziane, che chiedono miglioramenti nelle loro paghe. «Eravamo preoccupati prima di metterci in viaggio, ma ora che siamo qui siamo contenti e tranquilli», dice un turista britannico. Lunedì 14 febbraio infatti gli operatori turistici hanno manifestato a Giza, a 20 km dal Cairo: chiedevano stipendi più alti e miglioramenti nelle condizioni di lavoro.

La rivoluzione in atto da un mese in Egitto non ha, infatti, certo aiutato a rafforzare il settore: le proteste al Cairo, le dimissioni di Mubarak e il potere nelle mani dell’esercito non spingono certo a voler visitare le piramidi di Giza o Sharm El Sheik. Prima di gennaio invece il turismo andava benone: nel 2010 l’Egitto ha fatto il record di visitatori: 15 milioni di turisti e 10 miliardi di euro di fatturato (la principale voce del terziario), e rappresentava il 6% del Prodotto interno lordo del Paese.

Mohamed Abdel Gabbar, direttore dell’Ente del Turismo egiziano, tenta di calmare le acque: «Tutte le destinazioni turistiche egiziane non presentano problemi e sono pertanto da ritenere sicure e tutti i siti archeologici sono regolarmente aperti, tranne i musei, nei quale è in corso la verifica dello status di tutti i reperti». Gabbar insiste sul fatto che non è la prima volta che il Paese conosce dei sommovimenti interni, resta il fatto che l’Egitto è sempre stato una meta prediletta dei turisti europei e mondiali: «Esorto tutti a unire le nostre mani e i nostri cuori e a procedere fiduciosi verso un nuovo futuro di pace e prosperità».

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Category : Turismo
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